domenica 20 giugno 2010

Back from the muddy banks of the wishkah (ovvero il sonisphere)

Con la pioggia che c'è fuori, posso ritenermi fortunata che il giorno 18 giugno, alle ore 13.00 circa, smise di piovere.
A metà del concerto degli Anthrax, le nostre speranze furono esaudite. Durante i Megadeth, mentre Dave Mustaine intonava "A tout le monde", addirittura fece capolino un timido sole, rincurando i nostri animi ricoperti di fango. Già, perchè in quel campo non si sa quanti litri e chili di fango c'erano, una cosa mai vista, roba da trincee della prima guerra mondiale. Forse esagero, ma non dovevano essere poi molto diverse. Molto metal, come esperienza. Ho letto su Fb che c'è chi ha passato 14 ore senza bere e senza fare pipì (?) pur di vedersi i Metallica dalla prima fila. Noi non siamo arrivate a tanto, ma 3 ore inchiodate alla passerella, non troppo lontano dal palco, dove non eri costretta e stare con i piedi completamente immersi nel fango, ce le siamo sparate anche noi.
Ma cominciamo dall'inizio.
Sotto una pioggerellina insistente e infida, verso le nove di mattina ci avvicinavamo in massa alla location del concerto,a circa 20 minuti a piedi dalla stazione di Schwarzenbach SG. Ben presto la situazione iniziò a prospettarsi non propriamente idilliaca. Io m'ero immaginata un prato verde, magari UN PO' fangoso, e mi ero attrezzata con jeans e anfibi, tenuta che ritenevo adeguata. La metal-cugina invece, più ottimista, s'era addirittura messa le scarpe da skater, slacciatissime ovviamente. Prima dell'ingresso avevamo notato qualcuno molto infangato, ma pensavamo che fosse un problema toccato i malcapitati campeggiatori e che noi, comodamente alloggiate in albergo, avremmo scampato. Lungo il tragitto si poteva notare qualche scarpa spaiata spuntare dal fango, che ritenevamo il lascito di qualche esagitato, magari sotto l'effetto dell'alcol. Qualche buontempone ci schizzava con il fango, ma non avremmo mai pensato che qualcuno, ore dopo, ci rovinasse più o meno involontariamente addosso mentre ne era completamente ricoperto.
All'ingresso cominciammo a capire: automobili impantanate, gente con i sacchetti della spazzatura avvolti fino a tre quarti di gamba, nessun passaggio un po' praticabile. Dopo le biglietterie, per raggiungere l'area concerto si doveva attraversare una specie di fiume fangoso, che noi personalmente affrontammo sorreggendoci alle transenne, con scarsi risultati in termini di cm quadri rimasti puliti, ma comunque dignitosamente.
Ma il fango in sè pazienza. M'aspettavo che vendessero degli stivali di gomma a peso d'oro, e invece assolutamente no!E che ci fosse qualche panchina. No. Almeno nell'area ristoro. No.
Quindi si delineava una giornata sotto la pioggia, con i piedi immelmati fino a tarda sera, senza potersi mai sedere. Diciamo che c'è andata bene visto che è piovuto solo fino alle 13e che i gruppi sono stati favolosi. E che eravamo in una posizione abbastanza buona. E che i Metallica sono stati strepitosi, con momenti ad altissimo tasso adrenalinico. Quando hanno suonato loro i piedi erano l'ultimo dei miei problemi. Le migliaia di "Horns" costellavano il panorama e l'atmosfera era elettrica. Concerto fantastico, i disagi delle ore precedenti polverizzati in un attimo.
Certo, a volte la schiena cedeva e la sete impelleva, ma solo negli stacchi. Appena cominciava una nuova canzone l'energia ritornava subito e dieci volte tanto. Potere della musica che si ama. La fine, con "Seek and destroy" è stata epica, con praticamente tutto il pubblico che cantava a squarciagola.
A concerto finito, cercammo di guadagnare l'uscita. Tutte le svariate "exit" vicino ai palchi erano fittizie. Non ci facevano passare.
Siamo dovute rimanere a piedi nudi perchè il fango arrivava alle ginocchia e le scarpe erano troppo pesanti da sollevare. Ad un certo punto ci sedemmo sui banconi dei punti ristoro (s'intende gomito a gomito con gli addetti)per far respirare i piedi che non ce la facevano più. Please get off. NEIN. Ci lasciarono fare.
Poi ancora fango, ma per fortuna non così tanto. Arrivammo finalmente alla zona camping, dove trovammo un gruppetto di italiani.
Eravamo finalmente fuori, vive! Piene di fango, ora dovevamo trovare dell'acqua. Le fontane erano prese d'assalto, e l'acqua era gelida. Trovammo per miracolo una canna ad un distributore di benzina per sciacquare un po' le nostre ex-scarpe, almeno per togliere il grosso della melma.
Finalmente sull'extra-zug.
In treno abbiamo fatto qualche incontro interessante, ed eravamo riuscite a creare strane imbarazzanti imbottiture da corso di découpage con i giornali gratuiti che si trovavano nella stazione di cambio. Ci siamo imbattute nei fighetti che tornavano dalle discoteche, il che suscitò reciproca ilarità. Doccia, 3 ore scarse di sonno. Ancora treno. Non ce la faccio più.
Stay metal.

Nessun commento:

Posta un commento