mercoledì 15 settembre 2010

Mi siedo un attimo:devo scrivere

Ore 18:40.
Entro in casa. Il Pik mi salta addosso e mi chiede a bruciapelo “Giochi a palla?”. La mum mi assale informandomi che é arrivata la bolletta di nonsisachecosa. Poi, nell'ordine, che c'è da stendere la lavatrice scura (cacchio...), da piegare le lenzuola, da condire l'insalata. Io mi mangio una pescanoce, mi rinfresco, respiro. Accendo il pc. “Cosa fai, c'è da lavare il Pik" strilla dal fondo della tromba delle scale. Il Pik nel frattempo mi insegue, poverino: “Mammaaaaa...vieni a giocare.......”. La mum mi raggiunge in camera: “Sempre a quel computer...non ti basta starci tutto il giorno al lavoro? Perchè non vai a comprare le scarpe al Pik, non ci dovevi andare oggi?” ingiunge minacciosa.
“Solo una attimo devo scrivere” rispondo io.
“Scrivere...scrivere...ti sembra il momento?” ribatte lei contrariata e isterica.
“Mammaa....” persiste il Pik.
Avete ragione. Avete tutti ragione. Le vostre richieste sono legittime e spero, tra circa 4 minuti, di soddisfarle tutte, in ordine sparso. Vi voglio bene. Pik, non vedo l'ora di poter stare con te.
Ma ora mi siedo un attimo, devo scrivere.
Di ritorno dal lavoro, in macchina, ascoltando “Creeping death" dei Metallica mi scorrevano in testa frasi che impellevano di essere riversate su questo foglio word. Cioè che domenica, quando il Turista è venuto a trovarci, è stato il pomeriggio più bello degli ultimi due anni. Sarà stata la giornata soleggiata, sarà stato che c'era anche il festival del prosciutto, sarà stato il clima festaiolo e conviviale, ma io, il pik e il turista forse, domenica, eravamo felici. Sarà che per un giorno mi sono imposta di non essere acida, perchè la vita è una e non va sprecata incazzandosi, ma abbiamo persino riso, giocato insieme, passeggiato quasi come una famiglia. E al momento dei saluti il turista mi ha dato una strana stretta alla vita, che io ho ricambiato con più convinzione, e non ce l'ho proprio fatta ad essere aggressiva, l'ho salutato con serena rassegnazione.
No non è felicità, questa, ma neppure tristezza. È una futuribile terza via, che forse è stupido disdegnare del tutto.

2 commenti:

  1. tesoro, ti capisco benissimo
    (ma disdegna)

    le nostre madri però non capiscono mai.

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  2. non ce la faccio proprio a disdegnare...forse è un modo come un'altro per restare a galla;)
    le nostre madri sono di un'altra generazione, è inutile.

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